
E’ tempo di crisi. E in ogni crisi le persone per interpretare il futuro si rivolgono al loro immaginario. Come funghi spuntano articoli e blog che profetizzano la fine della nostra civiltà con gli strumenti che hanno a disposizione. L’ultima crisi è stato il raggiungimento del picco del petrolio in USA negli anni 70 e quindi gli scenari a cui tutti ricorrono si rifanno ai romanzi di quel periodo. Magari i nostri bloggers non sanno bene da dove arrivano queste idee, pensano di essere dei profeti ma in realtà profetizzano solo il passato, che altri hanno scritto per loro.
E’ quindi tempo di andare a vedere cosa succedeva molti anni fa, prima di una grande crisi passata, un tempo in cui la fantascienza catastrofica era ancora preistoria, e come un grande scrittore estrapolò i sentimenti e le paure dell’ epoca.
Perché non è vero che il mondo così come lo conosciamo è alla fine. Perché non conosciamo la fine.
Il Tenente è stato scritto nel ’39, un periodo in cui una sanguinosa guerra devastava l’Europa e in cui gli americani stavano ancora decidendo se si poteva fare affari con Hitler. Hubbard indovina i dettagli, ed è un grande a farlo, ma manca il bersaglio grosso. Il mondo non precipitò in una guerra infinita , e si risollevò velocemente una volta che la seconda guerra mondiale terminò. Possiamo serenamente concludere che il mondo non finirà domani. Magari finirà l’euro, magari finirà il capitalismo, ma sicuramente non ci ritroveremo a rubarci la benzina come in Mad Max (anche perché potremo usare il Diesel, un motore ideato più di un secolo fa appositamente per funzionare con oli vegetali!!).

L'autore
Lafayette Ronald Hubbard è nato a Tilden nel 1911 ed è morto nel 1986. Hubbard lasciò presto la facoltà di ingegneria dove era iscritto per diventare scrittore di professione. La sua carriera subì un rallentamento con l’arruolamento in marina e fu praticamente abbandonata negli anni seguenti, quando dimessosi dall‘ esercito fondò la religione di Scientology, assieme fra gli altri agli scrittori Cambell e Van Vogt.
immagini e foto prese da:
http://www.arte.go.it/mostre/urania/sala_2.htm

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