domenica 9 maggio 2010

Il tenente

Quando uno scrittore di fantascienza sceglie come tempo un futuro non troppo lontano, si espone inevitabilmente a essere smentito dai fatti. Così "Il tenente", pubblicato per la prima volta nel 1939, e che parla della prossima (per allora) guerra mondiale, è pieno di cose che poi non accaddero. I comunisti non presero il potere in Inghilterra, la Francia non ridiventò una monarchia, l'Unione Sovietica rimase quella che era. Ma chi di noi, nell'esplosivo mondo di oggi, si sente di escludere che il classico romanzo di Hubbard guardasse più in là, e che le sue previsioni si riferissero alla terza guerra mondiale? Tutto allora è di nuovo verosimile, per non dire probabile: le pestilenze che devastano l'Europa, l'inquinamento atomico, i saccheggi, le carestie, la scomparsa di ogni coerente struttura sociale e politica. E in questo paesaggio brullo e terribile, in questo nuovo medioevo barbarico, l'odissea di un piccolo reparto di veterani al comando del tenente. Sono uomini sopravvissuti a tutte le battaglie, a tutti i folli massacri ordinati dai generali di stato maggiore, sono guerrieri spietati e invincibili. E tuttavia le ultime speranze di pace sono nelle loro mani.

E’ tempo di crisi. E in ogni crisi le persone per interpretare il futuro si rivolgono al loro immaginario. Come funghi spuntano articoli e blog che profetizzano la fine della nostra civiltà con gli strumenti che hanno a disposizione. L’ultima crisi è stato il raggiungimento del picco del petrolio in USA negli anni 70 e quindi gli scenari a cui tutti ricorrono si rifanno ai romanzi di quel periodo. Magari i nostri bloggers non sanno bene da dove arrivano queste idee, pensano di essere dei profeti ma in realtà profetizzano solo il passato, che altri hanno scritto per loro.
E’ quindi tempo di andare a vedere cosa succedeva molti anni fa, prima di una grande crisi passata, un tempo in cui la fantascienza catastrofica era ancora preistoria, e come un grande scrittore estrapolò i sentimenti e le paure dell’ epoca.
Perché non è vero che il mondo così come lo conosciamo è alla fine. Perché non conosciamo la fine.
Il Tenente è stato scritto nel ’39, un periodo in cui una sanguinosa guerra devastava l’Europa e in cui gli americani stavano ancora decidendo se si poteva fare affari con Hitler. Hubbard indovina i dettagli, ed è un grande a farlo, ma manca il bersaglio grosso. Il mondo non precipitò in una guerra infinita , e si risollevò velocemente una volta che la seconda guerra mondiale terminò. Possiamo serenamente concludere che il mondo non finirà domani. Magari finirà l’euro, magari finirà il capitalismo, ma sicuramente non ci ritroveremo a rubarci la benzina come in Mad Max (anche perché potremo usare il Diesel, un motore ideato più di un secolo fa appositamente per funzionare con oli vegetali!!).
Il Tenente rivela l’abilità davvero sorprendente del controverso Hubbard. Il romanzo è scritto con uno stile eccezionale, considerando che si trattava di roba da pulp; a tratti mi ha ricordato Rigoni Stern, forse per l’argomento trattato. La narrazione è precisa , elegante e coincisa allo stesso tempo. L’ utilizzo delle parole, la costruzione delle frasi, ricerca sempre una sua originalità, mai a discapito della scorrevolezza. Sicuramente un maestro per il settore in cui scriveva, consigliabile ancor oggi agli aspiranti scrittori. La trama è tutto sommato già vista: in un mondo devastato dalla guerra un battaglione al comando del Tenente decide che è ora di smettere di seguire degli ordini che vengono da un misterioso quartier generale e darsi da fare, fino a prendere il potere. Già vista si! Peccato che questo romanzo sia precedente a tutti gli altri! Hubbard parla della guerra riferendosi a quella precedente. Scorrendo le pagine viene in mente Niente di nuovo sul fronte occidentale. La guerra sarà poi diversa. Sebbene il Tenente in una pagina discordi con Napoleone, le sue imprese lo ricordano. Anche Napoleone sostentava l’ esercito con quello che riusciva a saccheggiare. Sicuramente sono molti, e colti i riferimenti in questo libro. Hubbard infine riesce nella straordinaria imprese di tratteggiare la figura di un comandante originale e allo stesso tempo realistica. Pochi ci sono riusciti. Il tenente ha ormai più di 70 anni ma se non sapete cosa prendervi di nuovo in libreria, fate un salto al negozietto dell’usato dietro l’angolo e non rimarrete delusi.

L'autore
Lafayette Ronald Hubbard è nato a Tilden nel 1911 ed è morto nel 1986. Hubbard lasciò presto la facoltà di ingegneria dove era iscritto per diventare scrittore di professione. La sua carriera subì un rallentamento con l’arruolamento in marina e fu praticamente abbandonata negli anni seguenti, quando dimessosi dall‘ esercito fondò la religione di Scientology, assieme fra gli altri agli scrittori Cambell e Van Vogt.

immagini e foto prese da:
http://www.arte.go.it/mostre/urania/sala_2.htm