martedì 8 settembre 2009

The world war Z




Comincia in uno sperduto paesino della Cina. E subito dilaga in tutto il mondo. La piaga, la peste ambulante, l'epidemia. La guerra degli zombi. Creature mostruose che contagiano e fagocitano il nostro pianeta, la nostra casa. I sopravvissuti sono pochi. Una storia irreale? Il semplice parto della fantasia di uno scrittore? Forse. Max Brooks, con l'artificio di una raccolta di interviste "sul campo", dà vita a un affresco in cui le tante e diverse voci ricreate e animate in questo libro parlano di guerra, sofferenza e solitudine, ma anche di speranza, coraggio e nobiltà.


Attirato come una falena verso la luce artificiale di recensioni molto positive mi sono risolto a sborsare 30 euro per comprare world war Z e il sequel, il manuale per sopravvivere agli zombie, che in realtà è stato il primo libro del figlio di Mel brooks. Immaginate di avere 15 anni massimo e frequentare la prima o al limite la seconda superiore. Guardate un film sugli zombie di Romero e la vostra fantasia galoppa. Vi immaginate posti e situazioni zombesche. Questa è l'operazione che Brooks mette in atto, scrivendo un libro che fa raggiungere all'horror e alla fantascienza il fondo del pozzo della qualità letteraria. Purtroppo se il livello di questi libri è ormai questo ci sono poche speranze per gli appassionati. Capisco che questo giudizio non raccoglierà il favore di molti (sono davvero tante tante le recensioni entusiaste che ho trovato in rete) ma bisogna rendersi conto che producendo e spingendo in libreria libri brutti il fantastico e l'horror si tagliano le gambe agli scrittori bravi e sconosciuti e si uccide un genere.Brooks decide per un taglio originale, infatti tutto il libro è composto da interviste che un fantomatico giornalista fa a vari personaggi impegnati nella recente guerra agli zombi. Originale forse ma aimè dopo la terza intervista già non se ne può più. Sarà che il livello della narrazione è piattissimo, sarà che nonostante l'autore cerchi di cambiare stile ad ogni intervista queste sembrano fatte tutte alla stessa persona, con l'unica variante del numero di cazzi. Più il livello culturale del presunto intervistato scende più aumentano i cazzi. Il culmine è toccato da un fante americano che parla più o meno così: "cazzo buon cazzo di giorno cazzo. E, cazzo, lei come sta, cazzo cazzo cazzo? Noi stavamo meglio prima di sentire tutto questo turpiloquio di sicuro, grazie. Il mondo descritto da Brooks inoltre sembra uscito da un TG di un Minzolini americano. In giappone ci si difende dagli zombi con le spade come gli antichi samurai (!), in Russia si fa la decimazione (???) dell'armata rossa . Cioè viene fucilato il 10% dell'intera armata rossa per "rinsaldare le fila" (????). Israele si salva perchè fa il Muro (e te pareva), accoglie tutti i palestinesi (si certo..) e si combatte una guerra civile contro gli ebrei ultraortodossi che vengono tutti uccisi (si credibile si si). A Cuba i profughi americani portano la democrazia (eh??) e costringono Fidel Castro alla transizione dal cattivissimo regime comunista a quello idilliaco della democrazia e della libertà. In Corea del nord c'è il comunismo, e quindi mangiano i bambini. Si, mangiano davvero i bambini, ma non quando arrivano gli zombi ma prima, quando c'era solo il comunismo, prima della crisi. Devo riconoscere la mia ignoranza, è la prima volta che leggo un libro dove i comunisti mangiano davvero i bambini, credevo fosse una di quelle leggende metropolitane di propaganda destinata al confino in qualche barzelletta. Viene fatta un'apologia dei marines americani, gente tosta e abituata ad arrangiarsi che inventa l'arma definitiva anti-zombi, un'asta di metallo con una falce (geniale?) che serve a sbuzzare gli zombi. Questa enorme invenzione assolutamente impossibile da ideare per qualcuno che non sia un marine tosto e abituato ad arrangiarsi è talmente eccezionale che il coordinatore americano ne tiene un esemplare incorniciato in ufficio , a eterno monito della genialità del popolo USA (eeehhh??)Purtroppo quando si fa manierismo sull'horror e sul fantastico in generale si arriva a questi assurdi. La sospensione dell'incredulità si applica volentieri ad un supermercato assediato dagli zombi, ( metafora del consumismo? ) ma non può certo applicarsi ad un intero pianeta. Tanto più che le soluzioni applicate sono quelle bambinesche dei fucilieri (ma guarda) che sparano in testa ai mostri, degli spadaccini che ne tagliano le teste. Come si può credere che dove riescono pochi fucilieri non riescano eserciti moderni? Bisognerebbe ricordare a Brooks che gli americani e gli inglesi hanno fatto 6 milioni di morti in Irak prima ancora dell'intervento degli alleati (tra cui noi),cioè prima dell'ingresso in Irak nella seconda guerra e non credo avrebbero problemi a far fuori un numero equivalente di zombi Newyorchesi. Invece Gli zombi che dilagano da New York spazzano via e costringono alla fuga l'intero esercito americano nell'episodio che tocca secondo me il vertice dell'idiozia di quest'opera!
L'operazione di Max Brooks è una appropriazione indebita di un intero genere che non ha scrupoli a portare al suicidio. In questo caso sono assolutamente sicuro che il ragazzo è riuscito a pubblicare questo libro esclusivamente perchè figlio di Mel Brooks. Il risultato è un libro che non meritava nemmeno la pubblicazione su una fanzine e che invece si trova in libreria ben spinto e ben caro, che come gli zombi di cui parla trasmetterà verso il genere horror un giusto, in questo caso, giudizio di incapacità letteraria, reazione, mancanza di stile e di idee, ad ogni scorsa di pagina invece che ad ogni morso. Quando all'inferno dei libri scritti male non ci sarà più posto, questi sorgeranno nelle librerie rinomate a 16 euro a copia...

NOTA: Non è da questi particolari che si deve giudicare un'opera, ma sicuramente trovare dei refusi in un libro pubblicato in edizione di "lusso", preso in libreria e pagato 16 eurozzi infastidisce non poco e getta una luce sinistra sul mondo dell' editoria moderna. Siamo messi male, noi lettori prima ancora che i poveri scrittori emergenti.



L'autore

Maximillian Brooks è nato a New Yorkil 22 maggio 1972.
Oltre che scrittore, è anche sceneggiatore e attore.
Foto e immagini prese da:

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