venerdì 19 giugno 2009

Lebbra antiplastica


Da molti anni la fantascienza dice, spiega, dimostra ai suoi sempre più numerosi lettori quanto la società moderna, proprio per la sua immensa e ambiziosa complessità, sia dipendente da pochi fattori. E oggi, con la crisi del petrolio, anche chi non legge (e fa male!) Urania, ha dovuto rendersene conto. Un altro punto vulnerabilissimo è costituito dalla plastica, le cui infinite applicazioni determinano la nostra vita quotidiana ben al di là di quanto l'uomo della strada non immagini. Un gigantesco jet precipita vicino a Londra; il centro della metropoli inglese è paralizzato dal più disastroso ingorgo della sua storia; un sommergibile nucleare scompare in Atlantico senza lasciare traccia. Questi tre incidenti sono collegati da un filo misterioso, che ben presto rivela in tutta la sua spaventosa gravità: la plastica "cede", la plastica "muore". E' l'inizio di una disperata battaglia per salvare il mondo; è la cronaca di una crisi che saranno in pochi a trovare gratuita, esagerata, incredibile. Ormai, purtroppo, sappiamo dove stiamo.

Recensione:

Lebbra antiplastica è sicuramente una pessima traduzione del più accattivante titolo originale :Mutant 59 the plastic eater. La scelta non fu felice oppure dettata da logiche commerciali che adesso non sono più attuali. In ogni caso sotto il brutto titolo riposa un romanzo tutt'altro che spiacevole. Sicuramente Lebbra antiplastica si differenzia rispetto alla classica fantascienza catastrofica inglese per due elementi collegati tra loro,il livello culturale dei personaggi e la conseguente risoluzione delle situazioni drammatiche. I protagonisti non sono come quasi sempre degli scimmioni con la terza elementare, incapaci di coltivare un orto o di cambiare una lampadina ma sono tutti laureati in discipline scientifiche. Sicuramente l'influenza di Kit Pedler, che prima che scrittore era uno scienziato di grande livello, si sente parecchio. Tutti i protagonisti finiscono nelle solite situazioni incasinate del catastrofismo, rimangono bloccati in metropolitana, si trovano a dover convincere politici cretini, militari teste quadre , si imbattono nello scetticismo della "gente comune" mentre sono su aero in volo che rischia il collasso strutturale ecc. Chiaramente poi ci sono i cattivi, come l'avido Kramer che trascura la moglie e vuole solo far soldi. Ma tutte queste situazioni si risolvono in maniera diversa dal solito, ed è con un certo piacere leggere di personaggi che non si comportano in maniera evidentemente idiota e non trascurano nessun indizio per risolvere una certa situazione. Quindi l'elevata preparazione di tutti quanti smonta i vari cliché del genere. Questo chiaramente oltre a rendere il romanzo originale potrebbe però scoraggiare qualche lettore che vuol vedere l'eroe di turno, solitamente un addetto alle pompe di benzina , salvare il mondo grazie alle sue grandi (?) trovate.
Il romanzo risente delle atmosfere dei primissimi anni '70, un momento storico in cui ancora il mondo correva come un treno e si credeva che la scienza, in questo caso la chimica e la petrolchimica, potessero tutto. D'altra parte il giudizio degli autori è netto: la scienza non può prevedere tutto e la catastrofe si può annidare nei posti più impensati.

Gli autori:
Kit Pedler (nella foto) è lo pseudonimo di Christopher Magnus Howard Pedler. E' nato nel 1927 ed è morto nel 1981. E' stato uno scienziato e uno scrittore, sia di fantascienza che di divulgazione scientifica in generale.

Gerry Davis è nato nel 1930 ed è morto nel 1991. Ha scritto per la televisione oltre che romanzi di fantascienza.

Nota:
la creazione di particolari batteri in grado di "mangiare" la plastica è allo studio da molti anni. Lo stato dell'arte è molto avanti , come si può vedere da questo articolo : http://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/es801010e.

Immagini e foto prese da:
http://www.italcombiodegradabile.com/descrizione.html
http://homepage.ntlworld.com/john.seymour1/ukbookguide/Series/Doomwatch/mutant59.html
http://www.ebay.it/
http://www.absoluteastronomy.com/topics/Kit_Pedler

2 commenti:

  1. Post: "Il romanzo risente delle atmosfere dei primissimi anni '70, un momento storico in cui ancora il mondo correva come un treno e si credeva che la scienza, in questo caso la chimica e la petrolchimica, potessero tutto."

    Toh! Pensando di parlare solo degli anni '70 hai in effetti descritto molto efficacemente gli atteggiamenti verso la scienza che, alla faccia di ogni evidenza, hanno caratterizzato il primo decennio del nostro secolo. Chissà quando (e se) impareremo che la scienza non è altro che uno strumento e non il deus ex machina in grado di risolvere miracolosamente ogni problema! Se poi volessimo anche tenere conto di quel vecchio detto secondo il quale la principale fonte dei problemi sono le soluzioni...

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  2. Più che la scienza è la tecnologia a creare problemi. La scienza ci dice il perchè, mentre con la tecnologia possiamo fare le cose ma non sappiamo perchè funzionano.

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