mercoledì 30 dicembre 2009

La terza forza

E' una mattina di settembre dell'ottavo anno del terrore, la spietata dittatura scientifica di Paolo Orlovski. Una donna arriva alla Grand Central Station di New York e la trova spaventosamente vuota. Dove sono finiti milioni di americani? E' possibile che un governo faccia sparire gli abitanti di un'intera città? O si sta aprendo una crepa nel regime perfetto? La risposta è affidata a Elena Haumann, un tempo solerte funzionaria e ora collaboratrice delle forze ribelli. Il nuovo romanzo di Marc Laidlaw è una partita a scacchi giocata contro il tempo e contro la morte.


Marc Laidlaw sicuramente possiede un ottimo stile. Scrive molto bene però non si capisce di cosa stia scrivendo. Faticosamente pagina dopo pagina ci si rende conto che la terza forza è una Ucronia. Questo pregiudica sicuramente il giudizio del vostro lettore, a cui le Ucronie non piacciono. Pochissimi scrittori sono riusciti a utilizzare questo mezzo per produrre qualcosa di decente, penso a 1984 o a il mondo nuovo. Per il resto ricordo romanzi illeggibili purtroppo pagati cari in libreria come la macchina della realtà. Il fatto è che creare un intero nuovo universo, ma soltanto leggermente slittato rispetto al nostro è un lavoraccio. E comunque bisogna appassionare il lettore. Invece questo romanzo di Laidlaw fallisce nel suo compito. Questa strana società costruita da Laidlaw è un misto della Germania est comunista, con la sua stasi e Germania nazista, una società quindi immersa nel totalitarismo. Si capisce che più o meno prima era una società libera e che una sorta di guerra civile l'ha divisa in due blocchi , entrambi occupati da dittatori, in guerra tra di loro. Si tratta però di un totalitarismo completamente irreale, dove manca alcun consenso di massa, anzi sembra che l'intero paese sia vuoto. In questo paese disabitato si muovono alcuni personaggi, che spessissimo si trovano in piazze o sopratutto stazioni ferroviarie completamente deserte. Luoghi fatti evacuare par di capire, dal regime, per annichilire psicologicamente queste persone. Ma tutto in maniera abbastanza insensata. Il dittatore si chiama Orlovsky ed è un vecchietto completamente rimbambito ossessionato da una vecchia fiamma, Elena, che una dei protagonisti. Vengono fatte mancare completamente le ragioni della dittatura; ne viene preso solo l'aspetto esteriore. Invece le vere dittature hanno sempre avuto un enorme sostegno di massa, dalla maggioranza, e si chiamano dittature perché opprimono le minoranze, cosa che non dovrebbe accadere in democrazia. Così la Germania nazista aveva un grande sostegno da parte degli industriali, che tornavano a fare affari, dai lavoratori che potevano lavorare e non essere più disoccupati, dalle classi aristocratiche e dalle forze armate, umiliate negli ultimi anni. Si perseguitavano invece le minoranze, zingari , ebrei , comunisti ecc. Poi questo abbraccio si rivelerà mortale, portando tutti quanti alla rovina. Va ricordato l'episodio della 6 armata tedesca, annientata in Unione Sovietica. L'esercito aveva rinunciato alle sue prerogative a favore del dittatore, potendo così alla fine essere impotente alla propria distruzione certo, ma ricavandone per molti anni un prestigio e risorse impossibili in precedenza. Ma in questo romanzo pare non esserci niente di tutto questo. Ci sono solo queste figure, che ricordano un po’ Kafka come atmosfera, che si muovono alla deriva tra visioni e viaggi, sempre in solitaria, sugli onnipresenti treni, l'unico mezzo di trasporto permesso in questo strano mondo. Le visioni, scopriremo alla fine perché, sembrano riguardare il passato e il futuro di tutti. Sopratutto pare avvicinarsi una qualche catastrofe futura. Il tutto è legato ad un meteorite precipitato nel pianeta anni prima, pieno dello xenium, un minerale dalle proprietà prodigiose.
In effetti questo libro evoca molto i videogiochi degli ultimi anni. Laidlaw crea infatti molte location che starebbero bene in un gioco, ed infatti questo libro è stato concepito partendo proprio da un gioco. Si tratta di operazioni che invariabilmente falliscono, e dovrebbero essere di monito a quanti credono che i mezzi espressivi, fumetti , libri, giochi debbano raccontare la stesso storia nello stesso modo.

Francamente inserisco questo libro a pieno diritto nel mucchio dei libri senza un perché. Dispiace vedere qualcuno dotato di gran talento sprecarlo in questo modo, spero che Laidlaw riesca a scovare prima o poi una buona idea per fare un libro che coinvolga, e allora sentiremo riparlare di lui.

Nota:
Laidlaw ha smesso di scrivere sostanzialmente per passare all'industria del videogioco, e questo negli anni '90. Quando io andavo a liceo fumetti e videogiochi erano considerati "roba da bambini";in realtà anche quando andavo alle medie. E mentre quest'Italia macha disprezzava questi generi artistici in America , in Giappone e anche da altre parti si investivano miliardi comprando anche scrittori per scrivere i giochini. Ora le industrie di videogiochi fatturano cifre enormi e mentre l'Italia declina e collassa per sempre la sua produzione, alcuni studi attuali spiegano in franchezza che l'Italia ha perso il 25% di capacità produttiva rispetto al suo massimo e non la recupererà mai più, anche con i giochini gli altri, quelli bravi, fanno a fette il nostro tricolore culo.

Lo scrittore:
Marc Laidlaw è nato nel 1960 in California, a Laguna Beach. Ha fatto l'università dell'Oregon e ha sempre scritto nella sua vita adulta. Prima di affermarsi si è mantenuto lavorando come programmatore e come segretario. Negli anni '90, affascinato dai videogiochi ,che hanno anche ispirato questo romanzo, ha iniziato a lavorare per l'industria dei giochi su computer.









Immagini e foto prese da:
http://www.mondourania.com
http://www.flipkart.com/third-force-marc-laidlaw/0684822458-y3w3ffbn5
http://www.gamespot.com/features/6180884/index.html

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