Questa settimana il blog cala il pezzo da 90. L'ombra dello scorpione è infatti IL libro catastrofico. La logorrea scribatoria di Stephen King viene lasciata andare a briglia sciolta, complice il mutato contesto dell'editoria fantascientifica che adesso pretende libri corposi mentre per decenni aveva limitato gli autori costringendoli a tagliare a più non posso. Inoltre ormai onnipotente lo scrittore più pagato del mondo può permettersi di far ristampare il libro senza i tagli delle prime

edizioni, per altro con ottimi risultati nel mio giudizio di lettore. L'appetito di disastri di qualunque lettore, per quanto ingordo, può quindi essere senza dubbio soddisfatto a sazietà. Stephen King costruisce l'apocalisse attraverso gli occhi di decine di personaggi, che man mano entrano e vivono, ognuno a modo suo, la fine della civiltà così come la conosciamo. E finito tutto siamo solo ad un terzo del romanzo, perché i sopravvissuti dovranno affrontare qualcosa di mai visto prima.
King rielabora un genere oltremodo percorso , la catastrofe , senza discostarsi nella struttura e nelle convenzioni dai classici ma riuscendo come sempre ad andare oltre. Per prima cosa riesce ad essere sempre plausibile, non si ha mai l'impressione di qualche forzatura. Le cose che succedono sembrano reali e se dovessero davvero accadere, beh accadrebbero davvero in questo modo.

Questa aderenza al plausibile, nel momento in cui sostanzialmente si definisce un opera potentemente irrazionale come questa oscura apocalissi cristiana, dove Dio esiste ed esiste anche il diavolo, riesce addirittura a sembrare facile allo scrittore. Nonostante la mole dell'opera non si ha mai l'impressione di perdere tempo ma si legge avidamente ogni pagina, e all'opposto difficilmente si nota che un qualche momento, un qualche personaggio, sia stato scarsamente sviscerato o approfondito. Il libro è molto critico con la società attuale, con il militarismo, con l'odio , con la superficialità ma non diventa mai ironico oppure pomposo. King non sale mai in cattedra per lanciare qualche messaggio e non diventa mai pedante e sicuramente non ironizza mai sulla situazione per criticare l'oggi; siamo lontani dal morbo rosso di Jack London. Il finale è pienamente soddisfacente, e non si può altro che chiudere il libro col

sorriso per aver letto qualcosa di grande, e salutare tutti gli amici virtuali che King è riuscito ad farci sembrare vivi con poche frasi.
Devo dire che alla fine sia durante che la lettura che successivamente mi veniva da paragonare quest'opera a guerra e pace, e non è certo un complimento di poco valore.



Però l'ombra dello scorpione non è un libro perfetto e per finire questa recensione vorrei fare qualche critica all'opera. La cosa che mi ha dato più fastidio nella lettura è stata sicuramente l'USA-centrismo dell'autore, per cui (è in tutta la sua produzione è così) il mondo fuori dagli Stati Uniti non esiste.

Non sappiamo assolutamente niente di quello che succede all'esterno dei confini americani e i paesi stranieri che vengono citati lo sono solo nelle frasi dei protagonisti. Una presunzione che a quanto pare i moltissimi lettori extra - americani non trovano minimamente fastidiosa, ma che sicuramente è antipatica. Se non altro per le copie vendute ogni tanto ci si aspetterebbe da King un accenno, una frase che ci faccia capire che lo scrittore è a conoscenza di un mondo esterno ai confini stelle e strisce. Lancio un appello a chi lo conosce: aiutatelo e regalategli un mappamondo!




Qualche difettuccio nella revisione è inoltre evidente, ad esempio nel costo di alcune cose che è decisamente troppo basso rispetto all'anno di ambientazione. Un difetto paradossale è il fatto che il livello sempre alto nella qualità dell'esposizione, e certo la mole , rendono nascosti alcuni episodi geniali che possono sfuggire ad una prima lettura. Cito qui l'attraversamento del tunnel di Larry Underwood , lo scontro di Stu Redman col killer dell'esercito prima di fuggire di prigione , il periodo in cella di Lloyd, la fine di Bateman, il percorso di crescita malata di Lauder ma
sopratutto l'intero episodio del Kid con Pattumiera, vero squarcio nella psicopatia di Stephen King , dove a prendere il controllo è il suo alter ego malvagio Richard Bachman.
L'ombra dello scorpione è l'apice della carriera di King; il suo talento è ormai maturo e lo stile perfetto. Con pochi tratti di penna riesce a delineare personaggi e situazioni. La sua capacità di maneggiare personalità

diverse, comprese quelle femminili è decisamente sorprendente. L'inserimento di personaggi omosessuali, sia uomini che donne appare naturale e scontato e nonostante i pochissimi anni di differenza mette un abisso tra lui e altri scrittori che negli anni '70 hanno iniziato timidamente a parlare di queste problematiche. Come è l'apice in realtà è anche il capolinea. L'abbraccio con l'irrazionalità non verrà più abbandonato.
Ci sarà sempre un male e un bene che manicheamente si combattono fino all'integralismo. I bei tempi dell'uomo in fuga dove il nemico era la società e quindi una cosa reale e umana finiscono per sempre. Non si potrà essere più protagonisti di un libro di King ed essere anarchici come Ben Richards. Senza Dio si perderà sempre e chi non è crede in Dio finirà nelle braccia del diavolo e per sempre sarà perduto, sia nell'anima che nel corpo.
L'abbraccio con il manicheismo di ispirazione cristiano e puritana, farà vendere sempre di più al Re del brivido e farà calare sempre di più la qualità della sua

produzione, che comunque in maniera quasi miracolosa riuscirà sempre a rimanere sopra la linea di galleggiamento della decenza, una cosa che non è certo riuscita a tutti, basti pensare ad Asimov e Clarke.
Purtroppo il veleno Tolkieniano del signore degli anelli pian piano ha invaso tutto o quasi il
fantastico e dopo decine di analfabeti che sono diventati miliardari scrivendo saghe su saghe, libri su libri, uno uguale all'altro, uno più brutto dell'altro, con sempre la stessa identica trama, il male , il bene , la compagnia di personaggi ricalcati dai giochi di ruolo anche Stephen King si getta (a malincuore??) nella miniera d'oro sfornando romanzi nemmeno troppo pessimi di fantasy, ma chilometri sotto il livello della sua prima parte di produzione. Ecco, tutto nasce da questo libro e dall'enorme successo commerciale, ed infatti King si auto cannibalizzerà portando via via elementi e tematiche dell'ombra dello scorpione

nel suo insulso

universo fatto di torri nere, treni automatici e cavalieri che si sparano addosso. Naturalmente vendendo copie come se piovesse!
Dall'ombra dello scorpione è stato tratto un romanzo a fumetti da parte della Marvel, di cui riprongo un bel disegno di Laura Martin.