martedì 3 novembre 2009

Manuale per sopravvivere agli zombie

Il mondo è infestato dai morti viventi? Niente paura: affidatevi con tranquillità al Manuale per sopravvivere agli zombi. C'è tutto quello di cui oggi avete veramente bisogno. Armi, tecniche e terreni di combattimento, una descrizione attenta di usi, costumi e miti degli zombi, risultato di una penetrante osservazione scientifica; e soprattutto, una panoramica completa e dettagliata dei metodi di difesa, di attacco, di fuga. Senza trascurare i consigli su «come si vive nel mondo ormai dominato dai non-morti». Con un bonus: Attacchi documentati. Data per data, troverete la vera storia del mondo dal primo attacco zombi a Katanga, Africa centrale, 60000 avanti Cristo, a oggi.
Coraggio, non tutto è perduto.


A una prima lettura veloce il Manuale per sopravvivere agli zombie è da stroncare immediatamente , visto che si tratta del classico libro "questo lo potevo scrivere anche io". In effetti Si tratta di un'opera che potrebbe essere facilmente composta da un qualunque studente delle medie inferiori. il figlio di Mel Brooks ha semplicemente costruito un manuale su come sopravvivere agli zombi romeriani, creature lente e impacciate che morso dopo morso possono contagiare un intero pianeta, e in effetti nel seguito (ahimè c'è un seguito si!) World War Z il pianeta terra verrà completamente occupato dagli zombi nell'opera probabilmente più delirante della storia della fantascienza. Questo manuale invece lascia a prima vista interdetti. Com'è possibile portare in libreria a diversi eurozzi e riuscire a vendere questo pseudo manuale delle giovani marmotte? In questo troverete classificati gli attacchi degli zombi in varie classi, cioè se c'è uno o due zombi l'attacco sarà di tipo uno, se ce ne sono 50 è di tipo due, se ce ne sono un casino a bestia è di tipo 3 e così via. Poi ci sono le armi, capirete finalmente perchè un coltellino di plastica usa e getta è peggio di un fucile di precisione con 5000 colpi in canna, nel caso di un attacco zombie. Ma la parte più illuminante riguarda le imbarcazioni. Scoprirete quindi che una barca a remi è più faticosa da portare di una col motore (ma va?) però se la barca a motore finisce la benzina si ferma! Fantastico. Il tutto condito da disegnini che nemmeno un bambino di 5 anni .. C'è pure un disegno di una barchetta a remi con una bella indicazione : questa è una barchetta remi! L'unico pregio è che la barchetta mi ha ricordato un grandioso libretto , tre uomini e una barca, capolavoro dello humour britannico che ovviamente vi consiglio al posto di questo manuale.
Chiaramente il saccheggio a piene mani di tutto ciò che è già stato fatto prima (Brooks sta attentissimo a non sviluppare nemmeno un accenno di idea originale) raggiunge vette diciamo così , professionali, classificando gli attacchi zombie del passato; in pratica si tratta di una scusa per scopiazzare diverse sceneggiature zombesche e horror e occupare molte pagine. Siccome al peggio non c'è mai fine il libro termina con una postfazione di Niccolò Ammaniti che dimostra: 1)come scrivere di un libro senza averlo nemmeno letto 2)come non possedere il minimo senso critico e passare comunque per ganzo 3)come fare dei facili soldi scrivendo postfazioni probabilmente mentre si espletano i bisogni mattutini, senza cioè il minimo impegno. 4)come per ogni americano cialtrone salti fuori un italiano ancora più cialtrone rendendo impossibile ogni difesa della propria Patria e rendendoci tutti disfattisti.
Nota: nelle varie sinossi il manuale viene presentato in modo ironico, come una specie di Guida Galattica . Il tentativo è quello di far passare questo libro come qualcosa che non è: ironico e divertente. In realtà neanche per un secondo Max Brooks ci prova, probabilmente perchè non è capace.


Dopo la prima impressione mi sono però accorto di tornare a rileggere questo libro, in modo automatico, magari in bagno , senza accorgermene. Cosa stava succedendo? Da dove spuntava il fascino velenoso del manuale? Rileggendo il libro si nota, non certo nascosto ma allo stesso tempo invisibile il vero scopo del manuale, il vero argomento che non sono certo gli zombie. In effetti il manuale per sopravvivere agli zombie è in realtà il manuale del perfetto paranoico. Brooks si conferma uno sciacallo di ben altra levatura di quella attribuitegli inizialmente. Il saccheggio riguarda la paranoia repubblicana degli anni '50 (moltissimi soldi furono spesi per costruire inutili rifugi antiatomici) , il complottismo di sinistra, secondo cui i governi sono il male assoluto e tramano contro la gente, la paura del diverso, della contaminazione. C'è poi un saccheggio della fantascienza catastrofica anni '70, tornata di moda in questi tempi di crisi, con la sua idea di fuga; bisogna scappare e scappare e solo scappare di fronte ad un disastro, mica rimanere e sistemare le cose! Le idee che stanno dietro a questo lavoro e che sono ripetute ossessivamente sono : i governi vogliono censurare tutto e sono nemici della gente comune (il complotto),a parte quello israeliano che si riesce ad incensare descrivendo un episodio parecchio oltre i confini della minima credibilità, con l'esercito Israeliano che penetra in Egitto per salvare dei poveri arabi attaccati dagli zombi (si si certo!) con grande spirito di sacrificio perchè poi si fa catturare dall'esercito Egiziano che non crede alla storia degli zombi.... Rimanere a costruire o ricostruire (una società più giusta, più responsabile) è sbagliato. Bisogna sempre scappare, avere paura degli altri, non fidarsi mai se non del proprio fucile col colpo sempre in canna. Al massimo si può costruire una fortezza con alte mura e tenere lontani tutti quanti. Si può contare solo su se stessi (l'individualismo calvinista) , gli altri sono solo un nemico (razzismo e pregiudizi) , non ci si deve fidare dei governi (complottismo). Brooks compie quindi l'osceno delitto. Prende un genere più o meno creato da Matheson, che predicava esattamente l'opposto , e seguendo le orme del "giuda" Romero porta a termine l'intero rovesciamento del genere. Non mi era mai capitato di vedere prima questo tipo di operazione nella fantascienza, come fu fatto da Tolkien nel fantasy. Se in libreria ormai si trovano solo libri così potrebbe essere arrivata la fine per la fantascienza. Davvero il pericolo è reale, e da amante dei buoni libri ho paura. Non mi basterà un fuoristrada e un bel fucile luccicante per salvarmi dall'invasione del manierismo commerciale e della mancanza di gusto ...

Immagini prese da:
http://www.survivingoz.com/2009_01_01_archive.html

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