giovedì 31 dicembre 2009

Auguri!


Dopo circa 6 mesi di questo blog ho ben 6 lettori fissi! A fine anno voglio ringraziare pubblicamente questi pazzi che evidentemente leggono periodicamente le mie recensioni! Da notare che molti sono scrittori, il che mi rende orgoglioso! Il primo è Alessandro Girola , aspirante scrittore professionista che riempie la rete con i sui ebook. Il ragazzo merita sicuramente la pubblicazione e mi auguro di vederlo in libreria prima o poi! Il suo blog , il blog sull'orlo del mondo (http://mcnab75.livejournal.com/), è decisamente interessante. Anche Massimo Muntoni scrive e il suo blog è Riflessi Genuflessi (http://massimomuntoni.blogspot.com/ ) ma si cimenta anche nella recitazione! EddyWorld è pure scrittore( http://ilmondodiedu.blogspot.com/).
AmosGitai invece recensisce film nel suo blog: http://amosgitai.blogspot.com/ . Un altro recensore è Elvezio Sciallis che nel suo blog scrive sempre cose molto interessanti http://elvezio-sciallis.blogspot.com/.
Dulcis in fundo una bella ragazza, Daniela Gambo, che scrive libri e ha anche un blog. Purtroppo la ragazza ama i gatti e io invece li detesto! Potete leggerla in http://altrodoveblog.blogspot.com/ http://novevite.blogspot.com/ e http://liberculi.blogspot.com/ .
Grazie a voi ragazzi e a tutti quelli che mi leggono.
Un augurio di un 2010 fatto di soddisfazioni, pubblicazioni, serenità e buone letture a tutti!

mercoledì 30 dicembre 2009

La terza forza

E' una mattina di settembre dell'ottavo anno del terrore, la spietata dittatura scientifica di Paolo Orlovski. Una donna arriva alla Grand Central Station di New York e la trova spaventosamente vuota. Dove sono finiti milioni di americani? E' possibile che un governo faccia sparire gli abitanti di un'intera città? O si sta aprendo una crepa nel regime perfetto? La risposta è affidata a Elena Haumann, un tempo solerte funzionaria e ora collaboratrice delle forze ribelli. Il nuovo romanzo di Marc Laidlaw è una partita a scacchi giocata contro il tempo e contro la morte.


Marc Laidlaw sicuramente possiede un ottimo stile. Scrive molto bene però non si capisce di cosa stia scrivendo. Faticosamente pagina dopo pagina ci si rende conto che la terza forza è una Ucronia. Questo pregiudica sicuramente il giudizio del vostro lettore, a cui le Ucronie non piacciono. Pochissimi scrittori sono riusciti a utilizzare questo mezzo per produrre qualcosa di decente, penso a 1984 o a il mondo nuovo. Per il resto ricordo romanzi illeggibili purtroppo pagati cari in libreria come la macchina della realtà. Il fatto è che creare un intero nuovo universo, ma soltanto leggermente slittato rispetto al nostro è un lavoraccio. E comunque bisogna appassionare il lettore. Invece questo romanzo di Laidlaw fallisce nel suo compito. Questa strana società costruita da Laidlaw è un misto della Germania est comunista, con la sua stasi e Germania nazista, una società quindi immersa nel totalitarismo. Si capisce che più o meno prima era una società libera e che una sorta di guerra civile l'ha divisa in due blocchi , entrambi occupati da dittatori, in guerra tra di loro. Si tratta però di un totalitarismo completamente irreale, dove manca alcun consenso di massa, anzi sembra che l'intero paese sia vuoto. In questo paese disabitato si muovono alcuni personaggi, che spessissimo si trovano in piazze o sopratutto stazioni ferroviarie completamente deserte. Luoghi fatti evacuare par di capire, dal regime, per annichilire psicologicamente queste persone. Ma tutto in maniera abbastanza insensata. Il dittatore si chiama Orlovsky ed è un vecchietto completamente rimbambito ossessionato da una vecchia fiamma, Elena, che una dei protagonisti. Vengono fatte mancare completamente le ragioni della dittatura; ne viene preso solo l'aspetto esteriore. Invece le vere dittature hanno sempre avuto un enorme sostegno di massa, dalla maggioranza, e si chiamano dittature perché opprimono le minoranze, cosa che non dovrebbe accadere in democrazia. Così la Germania nazista aveva un grande sostegno da parte degli industriali, che tornavano a fare affari, dai lavoratori che potevano lavorare e non essere più disoccupati, dalle classi aristocratiche e dalle forze armate, umiliate negli ultimi anni. Si perseguitavano invece le minoranze, zingari , ebrei , comunisti ecc. Poi questo abbraccio si rivelerà mortale, portando tutti quanti alla rovina. Va ricordato l'episodio della 6 armata tedesca, annientata in Unione Sovietica. L'esercito aveva rinunciato alle sue prerogative a favore del dittatore, potendo così alla fine essere impotente alla propria distruzione certo, ma ricavandone per molti anni un prestigio e risorse impossibili in precedenza. Ma in questo romanzo pare non esserci niente di tutto questo. Ci sono solo queste figure, che ricordano un po’ Kafka come atmosfera, che si muovono alla deriva tra visioni e viaggi, sempre in solitaria, sugli onnipresenti treni, l'unico mezzo di trasporto permesso in questo strano mondo. Le visioni, scopriremo alla fine perché, sembrano riguardare il passato e il futuro di tutti. Sopratutto pare avvicinarsi una qualche catastrofe futura. Il tutto è legato ad un meteorite precipitato nel pianeta anni prima, pieno dello xenium, un minerale dalle proprietà prodigiose.
In effetti questo libro evoca molto i videogiochi degli ultimi anni. Laidlaw crea infatti molte location che starebbero bene in un gioco, ed infatti questo libro è stato concepito partendo proprio da un gioco. Si tratta di operazioni che invariabilmente falliscono, e dovrebbero essere di monito a quanti credono che i mezzi espressivi, fumetti , libri, giochi debbano raccontare la stesso storia nello stesso modo.

Francamente inserisco questo libro a pieno diritto nel mucchio dei libri senza un perché. Dispiace vedere qualcuno dotato di gran talento sprecarlo in questo modo, spero che Laidlaw riesca a scovare prima o poi una buona idea per fare un libro che coinvolga, e allora sentiremo riparlare di lui.

Nota:
Laidlaw ha smesso di scrivere sostanzialmente per passare all'industria del videogioco, e questo negli anni '90. Quando io andavo a liceo fumetti e videogiochi erano considerati "roba da bambini";in realtà anche quando andavo alle medie. E mentre quest'Italia macha disprezzava questi generi artistici in America , in Giappone e anche da altre parti si investivano miliardi comprando anche scrittori per scrivere i giochini. Ora le industrie di videogiochi fatturano cifre enormi e mentre l'Italia declina e collassa per sempre la sua produzione, alcuni studi attuali spiegano in franchezza che l'Italia ha perso il 25% di capacità produttiva rispetto al suo massimo e non la recupererà mai più, anche con i giochini gli altri, quelli bravi, fanno a fette il nostro tricolore culo.

Lo scrittore:
Marc Laidlaw è nato nel 1960 in California, a Laguna Beach. Ha fatto l'università dell'Oregon e ha sempre scritto nella sua vita adulta. Prima di affermarsi si è mantenuto lavorando come programmatore e come segretario. Negli anni '90, affascinato dai videogiochi ,che hanno anche ispirato questo romanzo, ha iniziato a lavorare per l'industria dei giochi su computer.









Immagini e foto prese da:
http://www.mondourania.com
http://www.flipkart.com/third-force-marc-laidlaw/0684822458-y3w3ffbn5
http://www.gamespot.com/features/6180884/index.html

sabato 26 dicembre 2009

Mai più umani

La Terra è in agonia: disastri climatici e aberrazioni biologiche hanno sterminato piante, animali ed esseri umani a milioni. Fino al sorgere di una nuova generazione di bambini "modificati", in grado di adattarsi in modo sorprendente a un ambiente divenuto torrido come l'inferno. Ma chi sono, in realtà, questi bambini? Da dove vengono? Rappresentano una vera speranza o dovranno essere distrutti a ogni costo prima che "altri" prendano il sopravvento? Perché intelletti più vasti, più potenti dei nostri, scrutano l'agonia della Terra dagli abissi del cosmo...



Mai più umani è un libro senza un perché.
Il libro non è scritto male, la trama detta in due parole sembra abbastanza intrigante. Degli alieni vengono sulla terra e più o meno rapiscono alcuni giovani. Torneranno parecchi decenni dopo, mentre per i ragazzi sarà passato un tempo molto più breve a causa della velocità elevata nello spazio. Il mondo è totalmente cambiato ed è sprofondato in una enorme crisi dovuta alle guerre batteriologiche. L'autrice segue i ragazzi e altri personaggio lungo il passare degli anni, per decenni, in un mondo in decadenza genetica fino allo scomparire della razza umana. Ho detto che la trama sembra intrigante ma leggendo il romanzo si avverte subito un senso di smarrimento. Questa trama ha un senso? In effetti non ce l'ha, è un susseguirsi di episodi, una specie di romanzo corale e generazionale ma senza un vero scopo. Non è radici, non è un'Iliade , non è guerra e pace. Non c'è niente sotto a sostenere una trama che per sua natura è ambiziosissima. Mi viene in mente, per la fantascienza, forse solo la fondazione di Asimov, non poco quindi con cui confrontarsi e purtroppo impallidire miseramente per la povera Nancy. Sembra che qualcuno abbia detto all'autrice: inizia a scrivere e poi vediamo. E poi continua pure a scrivere cosa ti pare. Alla fine impacchettiamo il risultato e lo vendiamo agli allocchi. Il risultato è una storia che non appassiona mai, che non coinvolge e che non ha molto senso. Qualcuno avrebbe dovuto avvertire che cent'anni di solitudine è già stato scritto, e con ben altri risultati.. Inoltre vengono utilizzate due tecniche abbastanza squallide che sono il sintomo in ogni romanzo di scarsità di idee. L'utilizzo gratuito del sesso, che viene depurato da ogni elemento di passione e restituito come un polpettone sadomaso. I ragazzi nell'astronave infatti trombano come ricci, ma non lo fanno come tutti i ragazzi del mondo (infatti tutti i ragazzi che vivono vicino a dei coetanei trombano come ricci, se gli è permesso). No , sono costretti a farlo obbligati dai feromoni che gli alieni guardoni liberano nell'astronave. Hanno infatti un piano, salvare la razza umana cambiando il loro dna. Però evidentemente non hanno ancora inventato la riproduzione artificiale oppure non riescono a parlarne coi soggetti e quindi devono farli accoppiare di brutto col piano diabolico! L'episodio è talmente fuori contesto che risulta imbarazzante.. L'altro trucco è utilizzare la tecnologia e le scoperte recenti in modo strumentale, senza un vero motivo letterario. Ad un certo punto si parla del morbo della mucca pazza, che gli alieni non conoscevano e che sconfiggono con fatica, tutti incazzati. Notare che siamo secoli avanti nel futuro. Qualcuno potrebbe spiegare all'autrice che con la la scoperta dei prioni si è aperto un campo di studio importantissimo nella medicina e nella biologia? Che si è scoperta la vita senza DNA? Ben prima del trascorrere dei decenni letterari verranno vinti dei premi nobel per quelle ricerche. Invece l'utilizzo di questo morbo viene presentato in maniera nascosta, non si parla mai di mucca pazza; come dire, che ganza che sono che parlo di una cosa senza dirne il nome, passo per una scrittrice molto fica. E intanto il lettore si domanda come si permetta ad alcuni di prendere in mano una penna o quella cosa misteriosa coi tasti che compaiono le lettere su un video, una cosa che voi non avete mai visto , lettori dementi! Tutto il polpettone indigeribile è scritto con stile, non si tratta del raccontino dello scrittore emergente. Il risultato è il nulla con il buco attorno però!


L'autrice:
Nancy Kress è nata Nancy Anne Koningisor a Buffalo,New York, il 20 gennaio del 1948. Ha fatto il college alla State University of New York a Plattsburgh, diventando maestra elementare. Ha lavorato per 4 anni come maestra per poi diventare una casalinga dopo il primo matrimonio. Ha iniziato a scrivere in questo periodo riuscendo a diventare una scrittrice professionista.


Foto e immagini prese da:

http://josephmallozzi.wordpress.com/2009/03/12/march-12-2009-author-nancy-kress-answers-your-questions-the-mailbag/
http://www.mondourania.com/
http://www.sff.net/people/nankress/

domenica 6 dicembre 2009

I libri senza un perché

Come in ogni genere artistico anche nella fantascienza catastrofica esistono dei libri che io chiamo “senza un perché”. Si tratta di opere che sono arrivate fino alla pubblicazione, che nonostante siano buoni prodotti dal punto di vista formale, dal punto di vista dello stile o della narrazione, in realtà non coinvolgono minimamente. Io credo che siano le cosiddette opere “senza messaggio”. In ogni creazione letteraria c’è qualcosa che l’autore sottintende, qualcosa che lo ha mosso a scrivere e a cui la sovrastruttura artistica è dedicata a risaltare. Sono le fondamenta di ogni buona storia. Magari si tratta di un esplicito messaggio politico , ad esempio nel romanzo “niente di nuovo sul fronte occidentaleErich Maria Remarque vuole condannare la guerra. Oppure la chiave di lettura può essere qualcos’altro. Nel film alien 2 il regista ha voluto parlare della donna nel suo ruolo di madre. Il film si realizza nel momento del duello tra la madre aliena e la madre umana, quindi c’è un’astrazione della femminilità intesa come possibilità di concepire che valica i confini della donna per raggiungere quelli di una femminilità superiore. La chiave è quindi la madre, che oltre a dare la vita diventa feroce nel difenderla, superando di gran lunga in violenza il maschio. In Frankenstein c’è la condanna verso una scienza fuori controllo, che sfida Dio. Queste fondamenta, che banalmente chiamo messaggio, possono essere anche solo estetiche, come nel piacere di D’Annunzio; una storia costruita ad arte per esaltarne lo stile ricco ed eccessivo. Oppure possono essere visione dell’intero universo, come nel signore degli anelli, dove Tolkien crea un mondo nuovo, ben diviso tra il bene assoluto ed il male assoluto. Sto ovviamente semplificando, ma credo che si legga con piacere solo chi ha qualcosa da dire.

Nel sentito comune capita talvolta di ascoltare la frase: “perché ogni libro deve possedere per forza un messaggio? Perché non si può solo raccontare una storia?”. E’ facile rispondere: “perché altrimenti non si ottiene un libro degno di essere letto, un libro che appassioni, o che presenti alcun motivo di interesse”.
La cosa è abbastanza evidente ai giorni nostri, dove molte opere di successo vengono replicate all’infinito per motivi commerciali. Qualcuno potrebbe dire che Alien 2 sarebbe bello lo stesso senza il duello tra le madri. Ma non è vero e lo dimostrano le innumerevoli copie, tra fumetti , libri e film, di alien, che il grande pubblico nemmeno conosce perché , semplicemente, non erano interessanti.

Attualmente è venuto a cadere il filtro tra un autore e il pubblico. A parte internet che consente a chiunque di scrivere e far leggere le sue cose, a livello professionale le case editrici hanno tagliato i redattori, quelle persone pagate per leggere i manoscritti e decidere se pubblicarli. Si mandano in stampa tante cose senza il giusto filtro , perché i nuovi redattori sono pochi, oberati di lavoro o semplicemente non sono buoni lettori e non capiscono cosa renda un libro bello. Si basano a volte su aspetti formali. Nelle prossime recensioni voglio parlare di alcuni di questi libri senza un perché, libri scritti bene, che magari inseriscono tecnologie nuove, come bioingegneria, guerra batteriologica, hacker e rete ma che non avendo in realtà niente da dire, finiscono col dire niente a chi legge.

mercoledì 25 novembre 2009

H su Los Angeles





Il bombardamento comincia senza preamboli, alla prima pagina, e nella stessa pagina possiamo già apprezzare la prontezza di riflessi del protagonista, Tom Watkins. Poi, mentre Los Angeles vola in pezzi, facciamo conoscenza con la signorina Stark. "Vi comportate come un sergente istruttore" dice la ragazza a Watkins. "Una volta" risponde Watkins "ero sergente nei marines." E' a questo punto che si fa avanti Ted Kissel. "Avrò bisogno di tutti gli ex militari disponibili" dice. "Voi che mestiere fate?" gli chiede Watkins. "Lavoro per l'FBI" risponde Kissel. "O almeno ci lavoravo fino a un minuto fa." "E cioè?" dice Watkins. "Be'" dice Kissel "il fatto è che sotto un attacco all'idrogeno, l'unico lavoro da fare è cercare di rimanere vivi." Come si vede, Robert Moore Williams non è uno di quegli autori che credono di elevare il "livello letterario" della FS mediante vaghe chiacchere. R. M. Williams è uno di quegli autori che non dimenticano che un buon romanzo di fantascienza è, innanzitutto e soprattutto, un buon romanzo d'azione.

Il termine survival horror ci informa wikipedia , è del 1996 . Ebbene nessuno si è preoccupato di avvertire Robert Moore Williams che scrisse questo survival horror più di trenta anni prima! Ulteriore prova che dietro schematiche definizioni si nasconde una grande complessità nell'evoluzione culturale e che quando si parla di originalità bisognerebbe sempre fermarsi un attimo. In realtà questo romanzo di sopravvivenza post catastrofica in contesto urbano e non solo non è probabilmente un capolavoro, ma potrebbe essere tranquillamente scambiato per il soggetto di resident evil. Mescola insieme catastrofe, romanzo melò, complottismo governativo, scienziati pazzi e minacce aliene. Naturalmente ci sono anche gli zombi! Questo ovviamente qualche annetto prima che Romero li “inventasse”.. L'autore riesce a infilarci perfino una sorta di branco di posseduti controllati da una sventolona vestita sadomaso, che potrebbe benissimo recitare nel film fetish Flash Gordon di 15 anni dopo. Il nostro gruppone di sopravvissuti dovrà quindi darsi parecchio da fare!
Come sopra scritto H su Los Angeles conquista a pieno titolo la serie B dei romanzi di fantascienza. Robert Moore Williams scrive un autentico pulp, un romanzaccio fatto di azione e terrore e anche parecchio sesso, compatibilmente con il periodo storico , siamo nel '61, e con un pubblico di riferimento fatto da adolescenti. In pochissime pagine si passa da bombe nucleari, alla sopravvivenza, alla fuga via via fino al finale, senza mai una pausa. Chissà cosa penserebbe oggi nel vedere le sue visioni , all'epoca considerate probabilmente men che puerili e di scarsa qualità, dominare il mondo dell'immaginario, nei videogiochi, al cinema e in libreria!

L'autore
Robert Moore Williams è nato il 19 giugno del 1907 a Farmington nel Missouri e si è laureato in giornalismo. E' sempre stato uno scrittore professionista. E' morto nel 1977.




Foto e immagini prese da:
http://www.conelrad.com/books/flyleaf.php?id=373_0_1_0_M
http://www.mondourania.com/

martedì 3 novembre 2009

Manuale per sopravvivere agli zombie

Il mondo è infestato dai morti viventi? Niente paura: affidatevi con tranquillità al Manuale per sopravvivere agli zombi. C'è tutto quello di cui oggi avete veramente bisogno. Armi, tecniche e terreni di combattimento, una descrizione attenta di usi, costumi e miti degli zombi, risultato di una penetrante osservazione scientifica; e soprattutto, una panoramica completa e dettagliata dei metodi di difesa, di attacco, di fuga. Senza trascurare i consigli su «come si vive nel mondo ormai dominato dai non-morti». Con un bonus: Attacchi documentati. Data per data, troverete la vera storia del mondo dal primo attacco zombi a Katanga, Africa centrale, 60000 avanti Cristo, a oggi.
Coraggio, non tutto è perduto.


A una prima lettura veloce il Manuale per sopravvivere agli zombie è da stroncare immediatamente , visto che si tratta del classico libro "questo lo potevo scrivere anche io". In effetti Si tratta di un'opera che potrebbe essere facilmente composta da un qualunque studente delle medie inferiori. il figlio di Mel Brooks ha semplicemente costruito un manuale su come sopravvivere agli zombi romeriani, creature lente e impacciate che morso dopo morso possono contagiare un intero pianeta, e in effetti nel seguito (ahimè c'è un seguito si!) World War Z il pianeta terra verrà completamente occupato dagli zombi nell'opera probabilmente più delirante della storia della fantascienza. Questo manuale invece lascia a prima vista interdetti. Com'è possibile portare in libreria a diversi eurozzi e riuscire a vendere questo pseudo manuale delle giovani marmotte? In questo troverete classificati gli attacchi degli zombi in varie classi, cioè se c'è uno o due zombi l'attacco sarà di tipo uno, se ce ne sono 50 è di tipo due, se ce ne sono un casino a bestia è di tipo 3 e così via. Poi ci sono le armi, capirete finalmente perchè un coltellino di plastica usa e getta è peggio di un fucile di precisione con 5000 colpi in canna, nel caso di un attacco zombie. Ma la parte più illuminante riguarda le imbarcazioni. Scoprirete quindi che una barca a remi è più faticosa da portare di una col motore (ma va?) però se la barca a motore finisce la benzina si ferma! Fantastico. Il tutto condito da disegnini che nemmeno un bambino di 5 anni .. C'è pure un disegno di una barchetta a remi con una bella indicazione : questa è una barchetta remi! L'unico pregio è che la barchetta mi ha ricordato un grandioso libretto , tre uomini e una barca, capolavoro dello humour britannico che ovviamente vi consiglio al posto di questo manuale.
Chiaramente il saccheggio a piene mani di tutto ciò che è già stato fatto prima (Brooks sta attentissimo a non sviluppare nemmeno un accenno di idea originale) raggiunge vette diciamo così , professionali, classificando gli attacchi zombie del passato; in pratica si tratta di una scusa per scopiazzare diverse sceneggiature zombesche e horror e occupare molte pagine. Siccome al peggio non c'è mai fine il libro termina con una postfazione di Niccolò Ammaniti che dimostra: 1)come scrivere di un libro senza averlo nemmeno letto 2)come non possedere il minimo senso critico e passare comunque per ganzo 3)come fare dei facili soldi scrivendo postfazioni probabilmente mentre si espletano i bisogni mattutini, senza cioè il minimo impegno. 4)come per ogni americano cialtrone salti fuori un italiano ancora più cialtrone rendendo impossibile ogni difesa della propria Patria e rendendoci tutti disfattisti.
Nota: nelle varie sinossi il manuale viene presentato in modo ironico, come una specie di Guida Galattica . Il tentativo è quello di far passare questo libro come qualcosa che non è: ironico e divertente. In realtà neanche per un secondo Max Brooks ci prova, probabilmente perchè non è capace.


Dopo la prima impressione mi sono però accorto di tornare a rileggere questo libro, in modo automatico, magari in bagno , senza accorgermene. Cosa stava succedendo? Da dove spuntava il fascino velenoso del manuale? Rileggendo il libro si nota, non certo nascosto ma allo stesso tempo invisibile il vero scopo del manuale, il vero argomento che non sono certo gli zombie. In effetti il manuale per sopravvivere agli zombie è in realtà il manuale del perfetto paranoico. Brooks si conferma uno sciacallo di ben altra levatura di quella attribuitegli inizialmente. Il saccheggio riguarda la paranoia repubblicana degli anni '50 (moltissimi soldi furono spesi per costruire inutili rifugi antiatomici) , il complottismo di sinistra, secondo cui i governi sono il male assoluto e tramano contro la gente, la paura del diverso, della contaminazione. C'è poi un saccheggio della fantascienza catastrofica anni '70, tornata di moda in questi tempi di crisi, con la sua idea di fuga; bisogna scappare e scappare e solo scappare di fronte ad un disastro, mica rimanere e sistemare le cose! Le idee che stanno dietro a questo lavoro e che sono ripetute ossessivamente sono : i governi vogliono censurare tutto e sono nemici della gente comune (il complotto),a parte quello israeliano che si riesce ad incensare descrivendo un episodio parecchio oltre i confini della minima credibilità, con l'esercito Israeliano che penetra in Egitto per salvare dei poveri arabi attaccati dagli zombi (si si certo!) con grande spirito di sacrificio perchè poi si fa catturare dall'esercito Egiziano che non crede alla storia degli zombi.... Rimanere a costruire o ricostruire (una società più giusta, più responsabile) è sbagliato. Bisogna sempre scappare, avere paura degli altri, non fidarsi mai se non del proprio fucile col colpo sempre in canna. Al massimo si può costruire una fortezza con alte mura e tenere lontani tutti quanti. Si può contare solo su se stessi (l'individualismo calvinista) , gli altri sono solo un nemico (razzismo e pregiudizi) , non ci si deve fidare dei governi (complottismo). Brooks compie quindi l'osceno delitto. Prende un genere più o meno creato da Matheson, che predicava esattamente l'opposto , e seguendo le orme del "giuda" Romero porta a termine l'intero rovesciamento del genere. Non mi era mai capitato di vedere prima questo tipo di operazione nella fantascienza, come fu fatto da Tolkien nel fantasy. Se in libreria ormai si trovano solo libri così potrebbe essere arrivata la fine per la fantascienza. Davvero il pericolo è reale, e da amante dei buoni libri ho paura. Non mi basterà un fuoristrada e un bel fucile luccicante per salvarmi dall'invasione del manierismo commerciale e della mancanza di gusto ...

Immagini prese da:
http://www.survivingoz.com/2009_01_01_archive.html

giovedì 15 ottobre 2009

Il grande contagio



Come i "trifidi" di Wyndham, questo inarrestabile "contagio" di Maine è uno dei classici del "naturalismo" fantascientifico inglese: una di quelle magistrali e paurose cronache dove tutto è quotidiano, riconoscibile, "vero", anche se fin dall'inizio entra in scena un elemento imprevisto che sconvolge la vita di tutti e finisce per gettare la società nell'anarchia più completa e selvaggia riducendo uomini e donne a bestie impazzite dal terrore che lottano per sopravvivere.

Recensione:
Il grande contagio è sicuramente una delle pietre miliari della fantascienza catastrofica. La catastrofe in questo caso è rappresentata da un virus che si diffonde prima lentamente e poi sempre più rapidamente in tutto il mondo con una mortalità fino al 50%. Il taglio deciso da Charles Eric Maine è sicuramente originale. Lo scrittore lascia l'epidemia in secondo piano e si concentra sul piano sociale. Che succederebbe ad una società sottoposto ad una tale prova? La risposta dell'autore è : una rivoluzione. Quindi i governi in tutto il mondo, costretti a nascondersi in bunker anti-infezione, sarebbero aggrediti dagli esclusi, in grado di organizzare un vero e proprio cambiamento sociale, una rivoluzione appunto. La chiave di lettura di Charles Eric Maine si inserisce nel solco della tradizione fantascientifica inglese. In primo luogo c'è il timore del fascismo. Sebbene in Inghilterra non ci sia mai stato, il fascismo è un vero e proprio incubo per i narratori. Anche in questo caso la società immaginata da Maine si difende dal virus con il totalitarismo, censurando le notizie, eliminando sommariamente gli oppositori , difendendo esclusivamente i propri privilegi. A opporsi al totalitarismo fascista c'è il socialismo, altro spettro della fantascienza inglese. I socialisti sono sempre visti come inutili se non dannosi, che nel momento dell'emergenza devono parlare di diritti dei lavoratori e promuovere inutili scioperi (invece che, ma questo lo aggiungo io, sacrificarsi (??) per la causa, cioè non mangiare o bere o curarsi o scaldarsi a seconda della catastrofe..). Questi due spettri vengono evocati da Charles Eric Maine e fatti scontrare in una guerra civile dove ovviamente non ci sono innocenti e che sarà terribile. Nel mezzo un protagonista mal riuscito secondo me, Clive Brant. Il tentativo di Maine è quello di creare un particolare eroe, un uomo deciso e d'azione che però è sempre insoddisfatto e non trascura di essere ambizioso e cinico. Il tentativo non riesce perchè Maine alla fine non lascia poi molta scelta al suo protagonista, ficcandolo sempre in situazioni abbastanza obbligate. Difficile fare scelte morali quando si tratta di sopravvivere.
In ogni caso l'originalità di Maine è notevole e va sottolineata: anche una catastrofe sarebbe sfruttata "politicamente" e sarebbe solo un'altra variabile nel complesso gioco geopolitico mondiale e sociopolitico nazionale. Da criticare però la reazione dei rivoltosi, che appare inverosimile. In pochissimo tempo questi riescono a controllare parti dell' esercito riuscendo pure a utilizzare aerei militari.




L'autore:

Charles Eric Maine è lo pseudonimo di David McIlwain, nato nel 1921 a Liverpool e morto nel 1981 a Londra. Maine è stato autore di romanzi, ha lavorato in radio e in televisione; durante la seconda guerra mondiale ha servito nell'aviazione.

Foto e immagini prese da: